Pagina (152/1094)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E circa al reggere tutto il popolo era in libertà, ma niente poteva determinare senza consiglio e autorità del detto. Io alloggiai nelle case di questo vecchio con ottanta cavalli, il quale usò verso di noi gran magnificenza e liberalità, faccendo di continovo cacciare acciò sempre avessimo nuovi cibi e freschi. Raccontommi i pericoli ch'egli aveva sostenuti in pacificar la città, niun suo segreto ascondendomi, non altrimenti che se io suo fratello fossi stato. Nella partita io voleva rifarlo del danno ch'egli avea ricevuto in onorarci, ma esso nol consentí, dicendo ch'egli era amico e buon servitore del re di Fez, ma che tuttavia non ci aveva onorato per esser noi famigliari del re, ma perché i suoi antichi gli avevano lasciato per eredità e costume d'alloggiare e onorar tutti i suoi conoscenti o forestieri che passassero per quel paese, prima per l'amor di Dio, dipoi per la sua naturale nobiltà; soggiungendo che Iddio, che provede per tutti, gli avea fatto quell'anno raccoglier settemila moggia di formento e d'orzo, talmente ch'era minor copia assai d'uomini che di vettovaglia, e ch'egli avea piú di centomila fra pecore e capre, de quali solo traea utile delle lane, percioché il latte e 'l cacio se lo godevano i pastori, ma che ben essi gli davano certa quantità di butiro. Disse che tai cose non si vendevano in quel paese, perché tutti avevano copia di bestiami, ma che le pelli, le lane e l'olio le facevino vender sette over otto giornate lontano da loro. E s'egli avvenisse che il re nostro, tornando da Duccala, tenesse il cammino vicino a quel monte, esso gli uscirebbe incontra e offerrebbeglisi per amico e servitore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Fez Dio Iddio Duccala