Nel detto monte nasce gran quantità di guado e d'orzo, ma di frumento quasi non ve ne nasce grano, di maniera che l'orzo è il loro nutrimento. Vedesi per questo monte la neve in tutte le stagioni dell'anno. Fra il popolo sono molti nobili e cavalieri, e hanno un principe il quale regge come signore. Costui riscuote le rendite del monte, che sono assai buone e larghe, e spendele nelle guerre che sono tra loro e il popolo che abita nel monte di Tenzita. Tiene egli circa a mille cavalli, e i gentiluomini e cavalieri fanno presso altretanti cavalli; tiene eziandio cento persone fra balestrieri e archibugieri.
Nel tempo ch'io vi fui v'era un signore, liberalissimo uomo, il quale oltra modo piaceva esser presentato e lodato, ma in cortesia invero non aveva eguale, percioché donava tutto il suo. Dilettavasi della lingua pura araba e non l'intendeva, ma egli s'allegrava tutto quando gli veniva esposta qualche sentenza che fosse in sua laude. Ma allora che 'l mio zio fu mandato dal re di Fez imbasciatore al re di Tombutto, col quale io era, essendo noi giunti alla regione di Dara, ch'è lontana dal detto signore circa a cento miglia, subito che all'orecchie di costui pervenne la fama del mio zio, il quale fu veramente uno eloquente oratore ed elegante poeta, egli mandò una lettera al signor di Dara pregandolo che glielo mandasse, perché ei desiderava di vederlo e conoscerlo. Iscusossi il mio zio con rispondere che non era lecito a uno oratore del re d'andare a visitar i signori ch'erano fuori di strada e mettere a lungo i servigi del re, ma che nondimeno, per non parer persona altiera, mandarebbe un suo nipote a baciargli la mano.
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