Gli abitatori di questo monte sono, a dir con verità, gente di niun valore, e la maggior parte abita in certe grotte umide, e mangiano tutti pane d'orzo ed elhasid, cioè farina pur d'orzo bollita in acqua e sale, come abbiam detto nel libro di Hea, perché nel detto monte altro non nasce che orzo. Hanno ben molta copia di capre e d'asini, e nelle grotte dove stanno i detti animali è grandissima quantità di salnitro. Io penso che, se questo monte fusse vicino all'Italia, renderebbe di frutto all'anno venticinquemila e piú ducati: ma quella canaglia non sa quello che sia salnitro. Vanno malissimo vestiti, in tanto che mostrano scoperte la piú parte delle carni. Le loro abitazioni sono brutte, e puzzano del mal odore delle capre che si tengono in quelle. Per tutto il detto monte non si truova né castello né città che sia murata, ma sono divisi i loro alberghi in certi casali fatti di pietra, l'una posta sopra l'altra senza calcina, e coperte di certe piastre sottili e negre, come si usa in alcuni luoghi nel contado di Sisa e di Fabbriano; il rimanente (come s'è detto) abita nelle grotte, né mai viddi altrove tanti pulici quanti erano in questo monte.
Sono ancora i detti uomini traditori, ladri e assassini, e ammazzarebbeno un uomo per una cipolla: onde per menomissima cagione fan gran quistione tra loro. Non hanno né giudice né sacerdote, né persona ch'abbia virtú alcuna; né quivi sogliono praticar mercatanti, perché questi se ne stanno in ozio, né si danno ad alcuna industria. E quelli che vi passano o gli rubbano o, avendo qualche salvocondotto d'alcuni di lor capi, e portando robba che non faccia per loro, gli fanno pagar di gabella il quarto della robba.
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