Io per me credo, avendo letto i miracoli che costui faceva, ch'erano o per arte magica o per qualche natural secreto contra i leoni. La fama di ciò, e la riverenza che si porta a quel corpo, è cagione che questa città è molto frequentata. E il popol di Fez ogni anno, doppo la pasqua loro, va a visitar detto sepolcro, dove andando uomini, donne e fanciulli, par che si muova un campo d'arme, percioché ciascuno porta il suo padiglione over tenda, di modo che tutte le bestie sono cariche e di tende e d'altre cose opportune per il vivere, e ogni compagnia ha da centocinquanta padiglioni insieme. E fra l'andata e il ritorno v'ha d'intervallo di tempo quindici giorni, perché la città è lontana da Fez circa centoventi miglia. E mio padre mi menava ogni anno seco a visitar detto sepolcro, e quando son stato uomo fatto vi son stato parecchie volte, per molti voti fatti ne' pericoli dei leoni.
Zarfa.
Zarfa fu città in Temesna, edificata dagli Africani in una larghissima e bella pianura, dove sono molti fiumicelli e fonti. E intorno alle vestigia della città sono molti piedi di ficaie, di cornili e di quelle ciriegie che in Roma son dette marene. Sonvi eziandio molti alberi spinosi, i quali producono certi frutti che in lingua araba si dicono nabich: sono piú piccioli delle ciriegie e hanno quasi sapore di giuggiole. Sono ancora per tutte quelle pianure certi piedi di palme salvatiche, e molto picciole, le quai fanno un certo frutto grosso come l'oliva di Spagna, ma ha l'osso grande e poco buono: hanno quasi sapor di sorbe, innanzi che si maturano.
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