Il tetto è fatto di legni intagliati e formati con bel lavoro e ordine, e ne' confini de' portichi con lo scoperto sono fatte di legne certe reti a modo di gelosie, che quelli che sono al di fuori non veggono quegli che stanno nelle stanze che sono sotto a' detti portichi. Tutti i muri vanno tanto in alto quanto un uomo può giunger con mano; sono vestiti pur di pietre di maiolica, e d'intorno a' detti muri per tutto il collegio sono scritti versi, ne' quali si contiene l'anno che fu fabricato detto collegio, e molti in lode del luogo e dell'edificatore, cioè il re Habu Henon. E sono queste lettere grosse e nere, pur in maiolica, e il campo è bianco, di maniera che si può veder e legger le dette lettere molto di lontano. Le porte del collegio sono tutte di bronzo, ben lavorate e ornate, e le porte delle camere sono di legni intagliati. Nella sala maggiore, dove si fanno le orazioni, è un pergamo che ha nove scale fatte tutte d'avorio e d'ebano, cosa invero mirabil a vedere.
Io ho udito dir da molti maestri, i quali affermano aver sentito raccontar dai lor maestri, che, quando fu fornito il collegio, il re volle veder il libro delle spese che vi andarono, e non rivolse una minima parte del libro che trovò di spese circa a quarantamila ducati. Cosí si maravigliò, e senza piú legger squarciò il libro e lo gettò nel picciol fiume che passa per lo detto collegio, allegando due versi d'un autore delli nostri arabi, che contengon questa sentenza:
Cosa cara ch'è bella non è cara,
né assai si può pagar cosa che piaccia.
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Habu Henon
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