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      Di quindi per un'altra porta se ne va poi alla seconda stanza, ch'è alquanto piú calda, e qui i ministri lo lavano e gli nettano la persona. Di questa si passa alla terza, ch'è molto calda, dove suda alquanto spazio: e quivi ha luogo la caldaia dove si scalda l'acqua, ben murata, la quale cavano destramente in certe secchie di legno, e sono tenuti di dare a qualunque uomo due vasi pieni di quell'acqua, e chi piú ne vuole, o dimanda esser lavato, gli bisogna dar a colui che attende due o almeno un baiocco, e al padron della stufa altro non si paga che due quattrini. L'acqua si scalda con lo sterco delle bestie, percioché i maestri delle stufe sogliono tener molti garzoni e somari, i quali, discorrendo per la città, vanno accattando lo sterco delle stalle e, portandolo fuori della città, fanno di quello come una picciola montagnetta e ve lo lasciano seccar due o tre mesi: dipoi, per iscaldar le stufe e la detta acqua, l'abbruciano in vece di legna.
      Le donne hanno ancora elle per loro separate stufe, e molte ancora si tengono e per donne e per uomini communemente: ma gli uomini hanno determinate ore, ch'è lo spazio da terza fin a quattordici ore, e piú e meno secondo la qualità dei giorni; il rimanente del giorno è assegnato alle donne, le quali sí come entrano alle stufe, cosí per segno di ciò s'attraversa una fune all'entrata della stufa, e allora niun uomo vi va. E se accade che alcuno volesse favellar alla sua donna, egli non può, ma per una delle famigliari le fa apportar l'imbasciata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094