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      I danari che si danno per loro mercede si ripongono in una cassetta, la quale ha diverse chiavi serbate da diversi capi: e fornita la settimana si dividono quei danari fra coloro che vi si sono affaticati. E questi facchini tra loro s'amano come fratelli, percioché, quando alcun di essi muore e lascia qualche picciolo figliolino, eglino in commune fanno governar la donna, per insino che, volendo ella, la rimaritano. Dei fanciulli ve ne tengono amorevole e diligente cura, per insino a tanto che essi siano di età di mettergli a qualche arte. E quando alcuno si marita o gli nasce alcun figliuolo, egli fa un convito a tutta la compagnia, e ciascuno all'incontro gli fa certo presente; né alcuno può entrar nell'arte loro se prima non fa un convito a tutta la loro brigata, e se pur v'entrasse, lavorando egli non può aver se non la metà del guadagno che ha ciascuno. E sono privilegiati dai signori di non pagar pena di sorte niuna, né gabella, né pure cuocitura di pane ai fornai. E se alcuno commette qualche misfatto degno di morte, non è punito publicamente. Essi quando lavorano vestono di certo abito corto, e tutti d'un colore; ma quando non tocca loro di lavorare vanno vestiti comunque vogliono. Sono nel fine uomini onesti e di buona vita.
      Oltre al luogo di questi facchini, è la piazza del capo dei consoli e giudici di tutti i venditori della robba che si mangia. Nel mezzo di detta piazza è un certo serraglio di canne, fatto in quadro, dove si vendono carote e navoni, le quai cose sono quivi in tanto pregio che altri non le possono comperar dagli ortolani fuor che alcuni uomini diputati, i quali pagano certo censo ai doganari.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094