E alle volte uno, che per cagione di sollazzo va a veder detto mercato, a gran fatica può uscir fuori, per la moltitudine delle donne che vi sono, le quali sovente vengono a parole, e da queste alle pugna, dicendosi i maggior vituperi del mondo, di maniera che fanno ridere i circonstanti.
Ora, ritornando alla parte di ponente, cioè di verso il tempio fin alla porta per cui si va a Mecnase, oltre alla piazza del fumo, nella via diritta, sono quei che fanno le secchie di cuoio che s'adoperano nelle case dove sono pozzi, e sono circa a quattordici botteghe. Dipoi sono quelli che fanno cotai cose dove si pone la farina e il grano, e sono circa a trenta botteghe. Dipoi sono i ciabattini e alcuni calzolai, che fanno scarpe cotale alla grossa per li contadini e per lo popolo minuto, e sono circa a centocinquanta botteghe. Dipoi sono quelli che fanno le targhe e gli scudi di cuoio, secondo il costume africano e come se ne vede alcuno nell'Europa. Sono poi i lavandari, che sono alcuni uomini di bassa condizione, i quali tengono botteghe dove sono fitti certi vasi grandi come un tinaccio. E quegli che non hanno fantesche in casa danno le lor camicie, le lenzuola e cotai cose a lavare a' detti uomini, i quali gli lavano molto diligentemente e gli asciugano distesi sopra le funi come si fa in Italia, poi gli piegano con un bel modo, e fannogli venir cotanto puliti e bianchi che appena colui di cui sono gli riconosce; di questi sono circa a venti botteghe, ma fra le contrade e alcune picciole piazze ve ne sono piú di dugento.
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