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      Io lodo molto piú quella di Fez per la commodità del lume, percioché quella di Tauris è alquanto oscura.
      Oltra gli speziali sono alcuni che fanno pettini di bosso e d'altro legno, de' quali abbiamo detto. E verso levante, a canto a detti speziali, sono quelli che lavorano gli aghi, e sono circa a cinquanta botteghe. E oltre sono le botteghe dei torniatori, ma poche, perché sono separate e sparse per diverse altre arti. Dipoi sono molti altri farinai, saponari e scopari, che confinano con la piazza del filato; ma sono circa venti, percioché gli altri stanno altrove, come vi si dirà. Fra quelli che vendono il bambagio e li treccoli sono quegli che fanno fornimenti di letti e padiglioni. Doppo sono quegli che vendono uccelli, sí da mangiare come da cantare, ma sono poche botteghe, e quel luogo si dice la piazza degli uccellatori. Ora, nella piú parte di queste botteghe, si vendono funi di canapo e cordicine. Doppo sono quegli che fanno certe pianelle, che portano i gentiluomini quando le strade sono fangose, ma fatte invero molto gentilmente, con lavori, e ben ferrate, e con certe belle coperte di cuoio cucite con seta; e il piú misero gentiluomo non può portarvene che costi lor manco d'un ducato; ve ne sono di quelle che vagliono dieci e venticinque ducati: queste sono fatte communemente di legno di moro e nero e bianco; ve ne sono di noci, di melangole e del legno di giuggiole, e queste due ultime sono piú gentili e piú pulite, ma quelle del moro durano piú. Piú oltre sono quelli che fanno le balestre, e sono alcuni Mori di Spagna; le loro botteghe non passano dieci.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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