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      Questa è la somma di quello che si aggiugne alla dote, e alle volte maggiore, onde molti gentiluomini sovente per tal cagione si sono impoveriti. Alcuni Italiani stimano che in Africa gli uomini usino di dare la dote alle femine, ma essi in vero poco ne sanno.
      Quando lo sposo è per menar la moglie a casa, la fa entrar primieramente in un tabernacolo di legno, fatto in otto faccie e coperto di belli panni di seta e anco di broccato, e la portano i facchini sul capo, accompagnata dagli amici e del padre e del marito, con pifferi e molte trombe e tamburi, e torchi in gran numero: e gli amici del marito con i suoi torchi le vanno avanti e quei del padre la seguono, e usano di tenere il cammino per la piazza maggiore, vicino al tempio. Poi che sono giunti alla piazza, lo sposo saluta il padre e i parenti della nuova sposa, e senza aspettare altrimenti lei se ne va alla casa sua e l'attende nella camera. Il padre, il fratello e il zio l'accompagnano insino alla porta della detta camera, e tutti insieme la presentano nelle mani della madre del marito. E tosto ch'ella è entrata in essa camera, il marito pone il suo piè sopra quello della moglie, il che fatto ambi subito vi si serrano dentro. Intanto quei di casa apprestano il convito, e una femina riman fuori dell'uscio, per insino a tanto che egli, avendo svirginata la sposa, porge a colei un drappo tinto e molle di sangue. Allora costei se ne va tra i convitati col drappo in mano, gridando e faccendo intender con alta voce che la giovane era vergine.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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