E il maestro insegna loro leggere e scrivere, non in libro veruno ma in certe tavole grandi. La lezione che essi imparano è ciascun giorno una clausula dell'Alcorano, il quale fornito in due o in tre anni l'incominciano da capo, e tante fiate che 'l fanciullo l'impara molto bene e tutto l'ha nella memoria, il che è alla piú lunga in capo di sette anni. Dipoi il detto maestro gl'insegna qualche poco d'ortografia, ma pur questa e la grammatica si legge ordinatamente nei collegi, sí come le altre scienzie. E questi maestri hanno un picciolo salario, ma come uno dei fanciulli è giunto a certe parti dell'Alcorano, è tenuto il padre di fargli non so che presente. E poi ch'il detto ha imparato tutto l'Alcorano, allora fa il suo padre a tutti gli scolari un molto solenne convito, nel quale il figliuolo è vestito a guisa di figliuolo di signore. E prima cavalca sopra un bellissimo cavallo e di gran prezzo, il quale insieme col vestimento è obligato a prestargli il castellano della città reale; gli altri scolari l'accompagnano ancora essi sopra cavalli alla stanza, nella quale entrano cantando molte canzoni in lode di Dio e del profeta Maumetto. Dipoi si fa il convito a' detti fanciulli e insieme a tutti gli amici del padre, ciascuno de' quali dona alcuna cosa al maestro, e 'l fanciullo lo veste di nuovo. Cotale è l'usanza.
Sogliono eziandio questi fanciulli far una festa nella natività di Maumetto, e i lor padri sono astretti di mandare un torchio alla scuola, onde ciascun fanciullo vi reca il suo, e tale ve n'è che lo porta di trenta libbre, e chi di piú e chi di meno, secondo la loro qualità. I detti torchi sono belli, ben fatti e bene adornati, e piantati intorno di molti frutti fatti di cera.
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