Sono in essa legge molti ordini e molte regole, delle quali ciascuna ha il suo capo che le difende, e hanno dottori che difendono le dette regole, e hanno molte opere sopra il viver spirituale. Questa setta cominciò ottant'anni dapoi Maumetto, e il primo e piú famoso auttore si chiamò Elhesenibnu Abilhasen, della città di Basra, qual cominciò a dar certe regole a' suoi discepoli, ma non scrisse niente.
Passati poi cent'anni, fu un altro valentissimo uomo in tal materia, nominato Elharit Ibnu Esed, della città di Bagaded, il quale scrisse una bell'opera universalmente a tutti i suoi discepoli. Dipoi questa setta fu dai legisti appresso i pontefici vituperata, e dannati tutti quegli che le regole di costui osservassero. Suscitò la medesima setta d'indi a ottanta anni, e vi fu capo un altro valentissimo uomo, il quale fu seguito da molti discepoli, e predicava la sua dottrina publicamente, di maniera che tutti i legisti, insieme col pontefice, lui e' suoi seguaci alla morte dannarono e determinarono che a ciascuno fosse tagliata la testa. Il che inteso da questo capo, egli di subito scrisse una lettera ai pontefici, pregandogli che gli concedessero grazia di poter disputar coi legisti e, se essi lo vincessero, che egli volentieri morrebbe; ma se egli dimostrasse a quelli la sua dottrina esser della loro migliore, non era onesto che tanti poveri innocenti per falsa calunnia dovessero perire. Al pontefice parve la dimanda giusta, e gli concedette la grazia. Venuto adunque l'uomo dotto alla disputa, con molta facilità superò tutti i legisti, a tanto che il pontefice lagrimando si convertí, chiamato alla setta del medesimo, e sempre, mentre ei visse, la favoreggiò, faccendo fabricar monasteri e collegi per li seguitatori di lei.
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