Né mancano di quegli che dicono nella cotal cava aver veduto oro, e altri argento, ma che non gli hanno potuti cavare per non aver gl'incanti e li profumi appropriati; e con questa loro vana credenza cavando la terra, guastano sovente gli edifici e le sepolture, e si conducono talvolta dieci e dodici giornate lontani da Fez. E la cosa è ita tanto avanti che, avendo eglino libri i quali fanno menzione d'alcuni monti e luoghi dove sono ascosi molti tesori, gli serbono per oracoli. E prima che io mi partissi di Fez, essi sopra questa lor pazzia crearono un consule e, dimandando licenza ai padroni dei luoghi, come avevano cavato quanto volevano gli ristoravano d'ogni lor danno.
Alchimisti.
Né pensate che vi manchino gli alchimisti, anzi ve ne sono in molta copia di quegli che studiano in quella folle vanità, e sono pure i piú lordi uomini e quelli che piú puzzano del mondo, per il solfore e altri odori tristi. E la sera quasi per ordinario si riducono insieme molti di loro nel tempio maggiore, e disputano di queste loro false imaginazioni. E hanno molte opere in la detta arte, composte per uomini eloquenti: e la prima è intitulata di Geber, che fu anni cento dapoi Macometto, qual vien detto che fu greco rinegato, e l'opera sua e tutte le ricette sono scritte per allegoria. V'è ancora un altro autore che ha fatto un'altra opera grande, chiamato Attogrehi, che fu secretario del soldan di Bagadet, come abbiamo descritto nella vita de' filosofi arabi. E un'altra composta in cantiche, dico tutti gli articoli di quest'arte, e il maestro si chiamava Mugairibi, che fu di Granata: e fu comentata da un mamalucco di Damasco, uomo dottissimo di tal arte, ma il comento è piú difficile ad intender che non è il testo.
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