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      Dirò ancora i signori esser superbissimi, in tanto che pochi praticano con loro; il simile fanno li dottori e giudici, che per reputazione non vogliono praticare se non con pochi. Nondimeno la conclusione è la città esser bella, commoda e bene ordinata. E come che al tempo del verno vi sia gran fango, di maniera che fa di mestiero di camminar per le strade con certi zoccoli ch'essi usano, tuttavia danno certi esiti a canali, in modo che i detti ne lavano tutte le contrade. E dove non sono canali fanno raccorre il fango e, caricandolo sopra le bestie, lo fanno gettar nel fiume.
     
     
      Borghi che sono fuori della città.
     
      Fuori della città, dal canto di ponente, è un borgo che fa circa a cinquecento fuochi; ma tutte le case sono brutte, nelle quali abitano genti vili, come sono quegli che guidano i cameli e che portano l'acque e tagliano le legne nell'oste del re. Nondimeno è questo borgo fornito di molte botteghe e d'ogni spezie d'artigiani. V'abitano anco tutti i ciurmatori e sonatori di poca stima; di meretrici v'è altresí gran numero, ma sono brutte e vili. Nella strada maestra del borgo sono molte fosse cavate per forza di scalpelli di ferro, per esser il luogo di pietra tevertina, nelle quali si soleva tener il grano de' signori, ché non abitavan allora in detto borgo se non li guardiani de' grani; ma, dapoi che cominciorono le guerre e che li grani eran tolti, furono fatti li granari in la città di Fessa nuova, e quelli ch'eran di fuori furono abbandonati. Ma dette fosse sono mirabili di grandezza, che la piú piccola tiene mille ruggi di grano, e sono cento e cinquanta fosse, al presente tutte scoperte; e molti alcune volte all'improviso vi cascano dentro, e per questo v'hanno fatto certi muretti intorno delle bocche di quelle.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Fessa