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      Ora per la detta piazza sono molti tempii e stufe bellissime, e fatti con grandi spese. E appresso il palazzo del re è il luogo dove si batte la moneta, che è detto la zecca, la quale è fatta in forma d'una piazza quadra, e d'intorno vi sono alcune loggiette, nelle quali sono le case de' maestri. Nel mezzo è un'altra loggia dove siede il signor della zecca con li suoi notai e scrivani, percioché detta zecca, come in altri luoghi, è un officio che si fa pel re, e l'utile è suo. Vicino alla zecca v'è un'altra piazza, nella quale sono le botteghe degli orefici, il lor consule, e quello che tiene il sigillo e la forma delle monete. Né in Fez si può fare anello o altro lavoro d'argento o d'oro se prima il metallo non è suggellato, se non con molta perdita di colui che lo volesse vendere; ma essendo suggellato si paga il prezzo consueto, e si può spendere come si fanno le monete. E la maggior parte di questi orefici sono giudei, i quali fanno i lavori in Fez nuova e gli portano a vender nella vecchia a una piazza loro assegnata, la quale è appresso gli speziali. Percioché nella vecchia Fez non si può batter né oro né argento, né alcun maumettano può usar l'arte dell'orefice, perché essi dicono essere usura a vender le cose fatte o d'argento o d'oro per maggior prezzo di quello che le pesano. Ma i signori danno libertà a' giudei di farlo; pure ve ne sono alcuni pochi che fanno lavori solamente per li cittadini, né altro guadagnano che la fattura. E quella parte dove anticamente abitava la guardia degli arcieri oggi è tenuta da' giudei, perché i re moderni non tengono piú quella guardia, i quali prima abitavano nella città vecchia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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