Ma ciascuna volta che ne seguiva la morte d'un re i mori gli saccheggiavano, e fu di mestiere che 'l re Abusahid gli facesse tramutar dalla città vecchia alla nuova, raddopiando loro il tributo, dove oggidí dimorano, che è in una molto longa e molto larga piazza, nella quale hanno le lor botteghe e case e sinagoghe. E questo popolo è tanto accresciuto che non si può truovare il numero, massimamente doppo che i giudei furono scacciati dal re di Spagna. Essi sono in disprezzo appresso ciascuno, né alcun di loro può portare scarpe, ma usano certe pianelle fatte di giunchi marini, e in capo alcuni dolopani neri; e quelli che vogliono portar berretta, conviene che portino insieme un panno rosso attaccato alla berretta. Il loro tributo è di pagare al re di Fez quattrocento ducati il mese.
In fine la detta città fu, nello spazio di cento e quaranta anni, fornita di forte mura e di palazzi, tempii e collegii, e di tutti quelli ornamenti che può avere una città. E credo che maggior fusse la somma di quello che fu speso nei detti ornamenti, che non fu nelle mura che la cingono. Fuori di lei sopra il fiume furono fatte certe ruote molto grandi, le quali levano l'acqua dal fiume e la mandano sopra le mura della città, dove sono fatti certi canaletti che la conducono ai palazzi, ai giardini e ai tempii. E queste ruote son fatte a' nostri tempi, cioè da cento anni in qua, percioché per adrieto l'acqua veniva alla città per un canale, cioè acquedutto, che usciva d'una fontana discosta dalla città dieci miglia, lo qual canale è fatto sopra certi archi molto ben formati.
| |
Abusahid Spagna Fez
|