Dipoi ordina certi baroni, che sono detti nella lingua loro i custodi, ciascuno de' quali ha un castello overo uno o due villaggi, e di quelli cava certa entrata per lo vivere, e per poter mantenere qualità e condizione d'accompagnare il re nell'esercito. Ancora tiene cavalli leggieri, a' quali egli fa le spese a modo suo quando stanno in campo, ma a tempo di pace dà a costoro grano, butiro e carne da insalare per tutto l'anno, ma pochissimi danari; è vero che gli veste una volta l'anno. Né questi hanno cura de' lor cavalli, né fuori né meno nella città, percioché il re d'ogni cosa gli fornisce. E tutti i famigli della stalla sono schiavi cristiani, e portano grosse catene a' piedi; ma quando l'esercito va fuori, i detti cristiani cavalcano su camelli da some. Tiene ancora un altro commissario sopra a' camelli, il quale dà ricapito a' pastori e dispensa fra loro le campagne, e provede del numero di camelli che fanno di mistiero alle bisogne del re; e ogni camelliero tiene due camelli in ordine, per cargare secondo che li vien comandato. Tiene appresso un dispensatore, che ha carico di fornire, custodire e dispensar le vettovaglie per lo detto re e per lo esercito; e questo tiene dieci o dodici padiglioni grandi, dove dipone le dette vettovaglie, e di continuo muta e rimuta camelli in farvene portar di nuove, accioché l'esercito non patisca. Sotto di questi sono i ministri della cucina. V'è poi un maestro di stalla, il quale ha cura di tutti i cavalli, muli e camelli del signore; ed egli delle cose necessarie, sí per questi come per la famiglia che gli governa, è fornito dal dispensatore.
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