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      Anco la metà di cotali entrate è in grani, in bestiame, in olio e in butiro, e si cava per piú vie. Alcuni luoghi pagono, per tanto terreno quanto in un giorno possono arar un paio di buoi, un ducato e un quarto. Altrove si paga per ogni fuoco altretanto. Altri luoghi sono, ne' quali per ciascun uomo dai quindici anni in su si paga pure altretanto. In altri e dell'un e dell'altro. Né v'è altra gravezza che della gabella, la quale è nella città grande. Né vi voglio ascondere che a' signori temporali non è lecito, per legge di Maumetto, tenere alcuna entrata, eccetto il censo da lui ordinato. Il quale è che ciascuna persona, che ha in contanti cento ducati, sia tenuta di dare al signore, di quel numero, due ducati e mezzo l'anno, fin che dura quella quantità; e ogniuno che raccoglie del suo terreno dieci moggia di grano è obligato a dar la decima parte. E vuole che tali entrate siano date in mano del pontefice, il quale, oltre alle bisogne del signore, le dispensi alle comuni utilità; e di quelle siano aiutati i poveri, gl'infermi e le vedove, e sostenute le guerre contra a' nimici. Ma da che sono mancati i pontefici, i signori, come s'è detto, hanno incominciato a usar la tirannide: né basta loro d'aversi usurpate del tutto queste entrate, e dispensarle secondo l'appetito loro, ma v'hanno aggiunto nuovi tributi, talmente che in tutta l'Africa pochi contadini si truovano che possino avanzarsi tanto che basti loro pel vestire e pel vivere solamente. Di qui è che niun uomo dotto e da bene vuol aver domestichezza con i signori temporali, né mangiar con esso loro a una istessa mensa, né meno accettar dono o presente loro, percioché istimano che la facultà dei detti signori sia peggio che rubbata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Maumetto Africa