Tiene ancora il re di Fez di continovo in poter suo seimila cavalli pagati, e cinquecento balestrieri, e altretanti archibusieri sempre a cavallo e in ordine ad ogni suo comando. Ma ne' tempi di pace stanno dalla sua persona separati un miglio, cioè quando il re è fuori nella campagna, percioché essendo egli in Fez non si cura di guardia. Se aviene che gli bisogni far guerra con gli Arabi suoi nimici, allora non gli bastano questi seimila cavalli, ma si vale dell'aiuto degli Arabi suoi subditi, de' quali a loro spese gran quantità ne raguna: ed essi sono invero piú pratichi nella guerra che non sono i detti seimila del re.
Le pompe e le cerimonie d'esso re sono poche, e non molto volentieri sono fatte da lui; ma nelle feste o in qualche mostra è di necessità ch'egli le faccia. Queste sono tali. Quando il re vuol cavalcare, primieramente il maestro delle cerimonie fa ciò intendere ai cursori per nome del re; dipoi essi fanno intendere ai parenti del detto re, ai capitani, ai custodi e agli altri cavalieri, i quai tutti si ragunano insieme nella piazza che è fuori del suo palazzo, e per tutte le vicine contrade. E come il re esce dal palazzo, i detti cursori dividono l'ordine di tutte le cavalcature. Prima se ne vanno i banderari, dipoi i tamburini, dipoi il maestro di stalla con i suoi ministri e famigliari, poi il dispensatore con i suoi, poi i custodi, poi il maestro delle cerimonie, poi i segretari del re, il tesoriere, il giudice e il capitano dell'esercito. Poi cavalca il re, insieme col gran consigliere e con qualche principe.
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