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      Le loro donne sono tessitrici di panni di lana fatti all'usanza del paese, e vanno molto ornate d'anella e manili d'argento. Gli uomini sono gagliardi e fortissimi, e sono quegli che si prendono cura di pigliare i leoni ne' boschi, e gli donano al re di Fez. Il quale suol far fare una caccia nella sua cittadella in una corte larghissima, dove sono certe casette tanto grandi quanto vi può capire un uomo in piedi e come ei vuole, e ciascuna di queste ha la sua porticella, e dentro vi sta un uomo armato. Allora si lascia un leone sciolto in quella corte, e gli armati aprono le loro porticelle, chi da una parte chi da un'altra. Il leone subito corre verso l'uomo che egli vede, e colui come gli è vicino chiude la porticella; e ciò fanno tante volte che 'l leone è adirato. Dipoi è menato nella detta corte un toro, onde tra lor due s'incomincia una stretta e sanguinosa battaglia. E se il toro ammazza il leone, la festa di quel giorno è fornita; ma se il toro è ucciso dal leone, è di bisogno che quegli armati eschino fuori e combattino col leone: i quali sono dodici, e hanno in mano certe partigiane che tengono un braccio e mezzo di ferro. E se gli uomini sono superiori del leone, il re fa diminuire il numero; e quando il leone avanza gli uomini, allora il re e i suoi cortigiani l'uccidono con le balestre, stando dal di sopra delle loggie dove sogliono veder la festa. Ma le piú volte aviene che, prima che muoia il leone, ei ve ne uccide alcuno e altri lascia feriti. Il premio che usa il re di dare a quei che combattono sono dieci ducati per ciascuno e un nuovo drappo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Fez