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      Ma voi, gentiluomo, venite, s'egli vi piace, ad alloggiar meco questa notte, e di mattina m'arete per guida a qual luogo vi sarà in grado». Il re accettò l'invito e n'andò col buon uomo alla sua piccola capanna, dove, come fur giunti, adagiato e ben proveduto di biada al suo cavallo, fece il pescatore arrostire di quelle anguille e le pose inanzi al re, il quale fra quello spazio s'avea, come meglio poté, asciugato i panni intorno a un buon fuoco che tutta volta ardeva. Ma, non gli piacendo quel pesce, dimandò s'egli qualche poco di buona carne avesse. Disse il povero uomo: «Gentiluomo, la ricchezza mia è d'una capra e d'un capretto che ancor latta; ma io stimo aventurato quell'animale le cui carni possono onorare un par vostro, percioché, se la vostra apparenza non m'inganna, voi dimostrate d'esser qualche gran signore». E senza piú parlare, svenato il capretto, lo fece acconciare e arrostire alla donna sua. Il re cenò e prese riposo per insino alla mattina. Partissi adunque dalla capanna la mattina per tempo con la guida del cortese oste, ma non furono ancora fuori delle paludi ch'essi trovarono la gran moltitudine de' cavalieri e de' cacciatori, che turbati con alti gridi andavano cercando il re; e come lo viddero, ciascuno si rallegrò. Allora Mansor, rivolto al pescatore, disse chi egli era, e che arebbe sempre a memoria la sua cortesia. E perciò, mentre ch'egli stette nella campagna, aveva fatto fabricare spessi e bei palazzi e molte case; nella sua partita gli dette per premio al pescatore, il quale lo pregò che gli piacesse, a dimostramento di maggior sua bontà e cortesia, di far cinger quei palazzi e case di muro: il che fu fatto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





Mansor