La signoria di questa città venne in mano d'un nobile e valoroso cavaliere della origine della real casa, cioè di Muachidin, ma nato di poverissimo padre, il quale fu tessitore di tela, la quale arte egli al figliuolo insegnò. Ma il giovane, che di alto animo si sentiva, conoscendo la nobiltà de' suoi maggiori, lasciando da parte i telai se n'andò a Bedis, e quivi imparando l'arte militare s'acconciò per cavalleggiero del signore; ma perché egli sapeva sonare gentilmente di liuto, il detto signore ancora per musico lo teneva nella sua corte. Avvenne in quel mezzo ch'el capitano di Tezzota, volendo far correria sopra li cristiani, richiese a quel signore l'aiuto di qualche cavalli, il quale gliene mandò trecento insieme con questo nobil giovane. Ma il giovane non solamente quella volta, ma molte altre ancora mostrò grandissima prodezza e animo: non perciò il signor dimostrò riconoscimento del suo valore, ma solo di lui nel sonare si dilettava. Egli di ciò sdegnato si partí e ricorse a certi suoi amici cavalieri di Garet, i quali gli diedero tanto di favore che lo misero in la fortezza di Meggeo, e rimasero seco cinquanta cavalli, per sostentamento de' quali molti montanari suoi amici porgevano delle loro entrate. Laonde il signor di Bedis mandò, per levarlo di quella città, trecento cavalli e mille fanti, de' quali il nobile giovane col suo poco numero fu vincitore. Crebbe in fine cotanto la fama di costui che 'l re di Fez lo confermò nel dominio, e gli assegnò certe rendite che la camera di Fez soleva dare alli signori di Bedis, acciò che lo difendessero da' Spagnuoli.
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