Avvenne che un giorno egli vidde che amendue se ne andavan al bosco con una lor bestia, per caricar legna. E come vi furono giunti, legò il marito la bestia a un ramo d'albero, e quindi alquanto discosto l'uno e l'altro si diede a tagliar legna. Il buon vicario lor tenne dietro e, come vidde questo, subito n'andò a l'albero e slegò la detta bestia, la quale di passo in passo, cercando l'erba, si dilungò alquanto. Come il marito vidde che s'era tagliata quella quantità di legna che gli parve bastevole, andò per la bestia, lasciando ivi la moglie che l'attendesse; e non la trovando dove legata l'aveva, l'andò buona pezza cercando prima che la trovasse. Intanto messere il vicario, che stava ascoso fra certe frasche aspettando questo effetto, si scoverse alla donna e, senza avere molte contenzioni, la condusse al suo volere. E appena aveva fornito la caccia amorosa che sopragiunse il marito con la ritrovata bestia, tutto riscaldato per la stracchezza e soffiando; ma egli se gli tolse sí presto che non lo vidde. Caricò adunque il marito le legna e, venendogli voglia di dormire, si coricò all'ombra d'un albero allato alla moglie, e ischerzando con esso lei come si suol fare, gli venne l'una delle mani posta sopra la possessione della moglie, la quale trovando ancora molle e bagnata disse: «Moglie, cotesto che vuole dire egli? perché se' tu qui bagnata?» Rispose la moglie cattivella: «Io piangeva non ti veggendo ritornare, pensando che la bestia fosse smarrita; il che sentendo la mia sirocchia, ancora ella incominciò a lagrimare per pietade che me ne aveva». Lo sciocco lo si credé, e disse che la confortasse che non piangesse piú.
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