Ciascun anno vengono a questa città molti legni da Tunis, dal Gerbo e da tutta la riviera di Tunis e anco da Genova, per comperar grano e butiro, e sono molto gentilmente trattati. Sogliono questi di Bona ogni venere fare un mercato di fuori della città appresso le mura, il quale dura insino a sera. Né molto discosto da lei è una spiaggia del mare dove si truovano molti coralli, ma niuno gli sa pescare o cogliere, per il che il re affittava la detta spiaggia ad alcuni Genovesi, i quali, essendo molestati da corsali, chiesero licenza al re di fabbricarvi una fortezza. Ma il popolo non gliel consentí, dicendo che altre volte i Genovesi, sotto a tali astuzie, s'impadronirono della città e la saccheggiarono. Dapoi fu ricuperata da un re di Tunis.
Tefas città.
Tefas fu città antica ed edificata dagli Africani su la costa d'una montagna, discosta da Bona circa a centocinquanta miglia verso mezzogiorno, la quale già fu civile, popolosa e ornata di belle case, ma fu rovinata e saccheggiata nel tempo che gli Arabi vennero nell'Africa. Poscia si riabitò, e qualche mese senza danni rimase; l'ebbero dapoi certi Arabi che tornarono a disfarla. Finalmente la tenne un popolo africano, non per altro che per ricetto dei suoi grani. Fu questo popolo, il cui nome è Haoara, favoreggiato da un principe al tempo nostro, che venne in suo aiuto con molti cavalli, e a dispetto degli Arabi abitò nella campagna. Costui si fu quello che uccise il principe di Costantina detto Enasir, figliuolo del re di Tunis.
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