E ciascuno di questi castelli si governa per un particolar signore, cioè capo di parte, perciocché sono fra queste genti molte discordie e sempre combattono insieme faccendo il peggio che ponno, cioè di guastarsi li condotti che vengono dal fiume per adacquare i loro terreni, dove vi va gran fatica e spesa a rifarli; tagliano anco li datteri da' piedi e si saccheggiano l'un l'altro, il che gli Arabi l'aiutano. Fanno costoro ne' lor castelli batter moneta d'argento e d'oro, e i lor ducati sono come quelli dei bislacchi d'oro basso. Le monete sono d'argento fino, di peso di quattro grani l'una, e ottanta di loro fa un ducato. Parte delle loro rendite sono tirate da quei capi di parte, cioè il tributo delli giudei e l'utile della zecca, e parte degli Arabi, come è l'utile della dogana.
È vil popolo, e quando vanno fuori fanno tutti li vili mestieri; e vi sono alcuni gentiluomini ricchi, e molti vanno nella terra negra e vi portano robbe di Barbaria, dandole per oro e per ischiavi. Il cibo è di datteri e di qualche poco di grano, e per tutti i lor castelli vi sono infiniti scorpioni, ma non hanno pulici. E nella state il caldo è tanto eccessivo e levasi tanta polvere, che io penso che da questo proceda che ciascun di loro ha enfiati gli occhi. V'è eziandio in tale stagione le piú volte, sciemando il fiume, gran penuria d'acqua, la qual è salata, de' pozzi fatti a mano. Intorno a detto territorio vi sono circa ottanta miglia di circuito, quale, dapoi la rovina della città, essendo questo popolo in unione, fecero murare con mura di poca spesa accioché li cavalli non vi potessero correre; e fino che stettero uniti e d'un volere furono liberi, ma venuti in parte le mura furono rotte, e cadauno chiamò gli Arabi in loro difesa, alli quali a poco a poco divennero soggetti e quasi schiavi.
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