Oggi la città è tutta abitata, ma ha vili case, cavandone il tempio e altre moschee; le sue strade sono molto larghe e tutte lastricate di pietre negre, come sono le strade di Napoli e di Firenze. Gli abitatori sono civili ma poveri, per esser troppo gravati dal re di Tunis. In mezzo della città sono certe fontane fatte in forma di fosse, quadre e profonde e larghe, e d'intorno cinte di mura; pure v'è uno spazio fra i muri e le rive delle fonti, dove si possono star gli uomini a lavar la loro persona, percioché l'acqua è calda: e d'essa beono, lasciandola prima raffreddare una o due ore. L'aere di questa città è pessimo, e la metà degli abitatori per tal cagione è sempre offesa da febbre; i quali sono uomini poveri, ma sopra modo maligni, né vogliono amicizia di forestieri: e perciò sono vituperati per tutta l'Africa. Fuori della città sono infinite possessioni di datteri, d'olive e di melangole: e i datteri sono i piú belli, i migliori e i piú grossi che si truovino in tutta la provincia, e le olive similmente, onde ne fanno perfettissimo olio, sí di sapore come di colore. E quattro cose nobili sono in questa città: datteri, olive, tele e vasi. Vestesi eziandio assai gentilmente, ma s'usano cotai scarpaccie di cuoio di cervo larghissime, per poter piú volte mutar la suola.
Nefzaoa.
Nefzaoa sono tre castelli l'uno all'altro vicino, tutti abitati e popolosi, ma murati di triste mura: e peggiori sono le case. I terreni hanno fertilità pur di datteri, ma non vi nasce grano; e gli abitatori sono molto poveri, per esser gravati dal re di Tunis.
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