Sono a questo re di Borno molti regni di negri e bianchi soggetti, dei quali per non aver particolar notizia, essendovi stato se non un mese, non posso scrivere altramente.
Gaogà e suo regno.
Gaogà è una provincia che confina con Borno da ponente e s'estende verso levante insino a' confini del regno di Nubia, il quale è sopra il Nilo; da mezzogiorno termina in un diserto, che confina pure con un certo giro che fa il Nilo, e da tramontana confina con i diserti di Serta e a' piedi di Egitto; e s'estende da ponente a levante circa a cinquecento miglia e quasi per larghezza altretanto. Né in lui è civilità, né perizia di lettere, né governo: gli abitatori sono piú tosto uomini senza intelletto che no, massimamente quei che abitano ne' monti, i quali vanno la state nudi e scalzi, eccetto che pur cuoprono le vergogne con certe mutande di cuoio. Le lor case sono capanne di frasche, le quali le piú volte leggermente per ogni piccolo vento s'abbruciano; hanno gran copia di pecore e di buoi, e alla lor cura attendono.
Vissero costoro gran tempo in libertà, ma da cento anni in qua gliela tolse uno schiavo negro del detto paese, il quale essendovi menato da un suo padrone ricchissimo mercatante, egli come si vidde vicino al suo terreno uccise il padrone, mentre che colui senza sospetto dormiva, e con le facultà sue, le quali erano molte some di panni e d'arme, se ne tornò qui a casa sua, compartendo il tutto co' suoi parenti e amici. E avendo comperati alcuni cavalli da mercanti bianchi, incominciò a far correrie nel terreno de' nimici, onde che sempre ne riportava vettoria, perché egli e li suoi avean arme, ma non gli nimici, se non alcuni archi mal fatti di legno.
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