Beb Elloch è ancora egli un gran borgo, discosto dalle mura del Cairo circa a un miglio; fa circa a tremila fuochi, e sono in lui artigiani e mercanti d'ogni sorte. V'è una piazza grande, dove è un grandissimo palazzo e un mirabile collegio, edificato da un Mammalucco detto Iazbach, il quale fu consigliere d'uno antico soldano: e la piazza è chiamata dal suo nome Iazbachia. Alla qual piazza, poi che è fornita la orazione e la predica, ogni venerdí tutto il popolo del Cairo suol ridursi, percioché nel borgo sono molte cose disoneste, come le taverne e le femmine da partito. Vi si riducono similmente molti ciurmatori, massimamente di quegli che fanno ballare i camelli, gli asini e i cani, cosa in vero molto piacevole, come è dell'asino. Percioché alle volte uno di questi ciurmatori, come ha ballato un poco, parlando con lui gli dice che 'l soldano vuol far una gran fabbrica, perciò gli conviene adoperar tutti gli asini del Cairo per portare la calcina, le pietre e l'altre cose necessarie: allora lo asino subito si lascia cadere a terra e, rivolgendo i piedi al cielo, gonfia il ventre e serra gli occhi, non altrimenti che s'egli fusse morto. Intanto colui si lamenta coi circostanti di aver perduto il suo asino, e gli prega che l'aiutino ricomperarsene un altro; e raccolta la offerta ch'e' può, dice che essi non istimino che 'l suo asino sia morto, percioché il ghiotto, conoscendo la povertà del padrone, finge affine che con i presenti che gli vien fatti possa comperargli della biada.
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