Vivono come è detto molti anni, e per la lunghezza del tempo cascandoli tutte le penne e piume, si riducono a star nelli nidi come se fussero nati allora, e li gioveni gli proveggono di cibo. M'è stato detto che in lingua italiana vien chiamato buettere, il che non ho mai sentito. Usano di abitar nelle rupi delle cime degli altissimi e diserti monti, e piú in quelli d'Atlante; pure coloro che sono pratichi de' luoghi ve ne prendono alcuni.
Bezi, altrimente astore.
Il bezi, detto nella lingua italiana lo astore, si truova in Africa in molta copia. Alcuni sono bianchi, e questi si prendono in certi monti dei diserti di Numidia, e sono i piú cari e i piú perfetti, e con essi si pigliano le grue. Sono di diverse spezie: alcuni sono atti a pigliare coturnici e starne, e alcuni sono buoni per lepri. Nell'Africa s'insegna all'aquile comuni a pigliar volpi e lupi, e combattono insieme, ma l'aquile pratiche gli pigliano sopra la schiena con gli artigli e sopra il capo con il becco, di modo che non gli può aggiunger a morsicargli con la bocca, e se l'animale rivolta la sua schiena verso la terra, l'aquila non si cura fin che l'amazza o cava gli occhi. Dicono molti nostri istorici africani che 'l mascolo dell'aquila qualche fiata si congiunge con la lupa e la ingravida, ma ella tanto sgonfia che crepa, e n'esce fuori un dragone, il quale ha il rostro e le ali di uccello, la coda di serpe e i piedi di lupo, e il pelo pur di serpe macchiato di diversi colori; non ha forza d'alzar le ciglia degli occhi, e abita nelle grotte.
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