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      E sí come al presente ciascuna nazion de' cristiani ha licenzia di poter andar con li loro navilii alla isola di San Tomé a caricar zuccheri, pagando li dretti al serenissimo re di Portogallo, il qual viaggio va sempre lungo la ditta costa, fino sotto della detta linea dove č la isola di San Tomé, cosí fusse lecito a cadauna persona di poter navigar a questi regni de' Negri, pagando similmente li dretti delle robbe che portassero, e come fussero al mezzo del cammino, cioč alla isola di San Iacobo, che č gradi quindici sopra detta linea, fermarsi e di quivi passar sopra la costa della Etiopia al fiume di Senega over al rio Grande, che sono tutti duoi rami del Niger che sboccano in mare, e mandar a contrattar con il re di Tombutto o di Melli di poter venir con suoi navilii e mercanzie sino a detti regni, non č dubbio che non fussero ben veduti e accarezzati e fattoli tutti i piaceri che dimandassero, essendo quelli regni al presente tanto civili e desiderosi delle robbe di Europa, come si č letto nel detto libro di Giovan Lioni. E li mercatanti che facessero questo viaggio sarian sicuri di non trovar corsari per quelli mari, né tante fortune, appressandosi al tropico di Cancro, come si fa nelli nostri mediterranei.
      E che bisogna dir? La commoditŕ e facilitŕ che saria a condur ogni sorte di mercatanzia per il detto fiume del Niger, che č grossissimo come il Nilo e si puň navigar per cinquecento e piú miglia, trovando sempre cittŕ e regni? Appresso, quanto guadagno si faria conducendovi il sale, tanto caro e apprezzato da loro?


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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