A questo re è lecito tenere quante mogli che lui vuole, e cosí etiam a tutti li signori e uomini di quel paese, tante a quante possono far le spese. E cosí questo re ne ha sempre da trenta in su; fa però opinione piú di una che d'un'altra, secondo le persone da chi sono discese e la grandezza dei signori di chi le sono figliuole. E tiene questa maniera di vivere con le sue mogli: ha certi villaggi e luoghi suoi, in alcuni di quelli ne tiene otto over dieci, e altretante in altro luoco, e cadauna sta da per sé in casa. E ha tante serve giovani che le servono, e tanti schiavi, quali lavorano certe possessioni e terreni a loro consignati per il signore, accioché con li frutti di quelli si possino mantenere. Hanno etiam certa quantità di bestiami, come vacche e capre per suo uso, le qual sono governate da' detti schiavi: e cosí seminano, raccogliono e vivono. E quando accade che il re va ad alcuni dei detti villaggi, lui non si porta drieto vittuarie né altra cosa, perché, dove el va, dette sue mogli che ivi si truovano sono obligate a far le spese a lui e a tutti quelli che 'l mena. E ogni mattina al levar del sole ciascuna ha apparecchiato tre over quattro imbandisone di diverse vivande, chi di carne e chi di pesce e altri mangiari moreschi, secondo le loro usanze, e li mandano per li suoi schiavi a presentar alla dispensa del detto signore, in modo che in un'ora si truovano in punto quaranta e cinquanta imbandisone. E quando vien l'ora che 'l signor vuol mangiare, lui truova il tutto apparecchiato senza aver pensier alcuno, e piglia per sé quello li piace, il resto fa dar agli altri che sono venuti con lui: ma non dà mai da mangiar a questa sua gente in abondanzia, che sempre non abbino fame.
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