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      E dicevano che noi eravamo grandi incantatori e quasi comparabili al diavolo, e che gli uomini che vanno per terra avevan fatica a saper andare da luogo a luogo, e noi andavamo per mare, qual avevano inteso che era cosí gran cosa, e che però, stando noi tanti giorni senza veder terra e sapendo dove andavamo, non poteva essere salvo che per potenzia del diavolo. E questo pareva a loro esser cosí perché non intendono l'arte del navigare, del bossolo e della carta.
      E piú si maravigliavano di veder ardere una candela di notte sur un candelliere, conciosiacosaché in quel paese non sanno far altra luce salvo quella del fuoco, e vedendo la candela mai piú per loro vista, li parse una bella e maravigliosa cosa. E perché in quel paese si trova miele con la cera sí come el nasce, e loro succhiano il miele fuora con la bocca e gettano via la cera, avendo io comprato un poco di favomelli da uno di loro, li mostrai come si trazzeva il miele dalla cera. E dapoi dimandai se sapevano che cosa fusse quella che restava del miele; risposeno che quella era una cosa da niente. E in sua presenza li feci fare alcune candele e fecile accendere, la qual cosa vedendo rimase molto admirativo, dicendo che tutto il saper delle cose era in noi cristiani.
      In questo paese non si usano instrumenti da sonare di alcuna sorte, salvo di due: l'una sono tabacche moresche, che a modo nostro chiamaressemo tamburi grandi; l'altra è a modo di una violetta di queste che noi altri sonamo con l'arco, ma non hanno salvo che due corde e sonano con le dita, ch'è una semplice e grossa cosa e da nessun conto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094