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      E in questa isola trovammo molti nidi e ova di diversi uccelli per noi non conosciuti; dove stemmo tutto quel dí pescando con togne e ami grossi, e pigliammo infiniti pesci, e fra gli altri dentali e orate vecchie grandissime, di peso di lire dodici in quindeci l'una. E fu questo del mese di giugno.
      Dapoi il giorno seguente partimmo, faccendo vela e seguendo il nostro viaggio, navigando sempre a vista di terra. Notando che oltra il detto Capo Verde si mette un golfo dentro, e la costa è tutta terra bassa, copiosa di bellissimi e grandissimi arbori verdi, che mai non perdono foglia tutto l'anno, cioè che mai non si seccano come le nostre di qua, ma prima nasce una foglia avanti che gettino l'altra; e vansene questi arbori fina su la spiaggia ad un trarre di balestra, che pare che beano sul mare, ch'è una bellissima costa da vedere. E secondo me, che pur ho navigato in molti luoghi in levante e in ponente, mai non viddi la piú bella costa di quel che mi parse questa, la quale è tutta bagnata da molte riviere e fiumi piccoli, non da conto, perché in quelli non potriano entrare navilii grossi.
     
     
      De' Barbacini e Sereri Negri, e come si reggano, e de' suoi costumi.
      Della qualità e guerra di quel paese.
     
      Passato questo piccol colfo, tutta la costa è abitata da due generazioni: l'una è chiamata Barbacini, l'altra Sereri, pur Negri, ma non sono sottoposti al re di Senega. Costoro non hanno re né signore alcuno proprio, ma bene onorano piú uno che un altro, secondo la qualità e condizione degli uomini.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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