Il qual oro è molto apprezzato appresso queste genti, e secondo me molto piú che da noi, perché lo stimano per cosa molto preziosa: nientedimeno ne facevan buon mercato rispetto alle cose minime e di poco momento, secondo l'opinion nostra, che toglievano da noi all'incontro di esso.
Quivi stemmo circa undeci dí, e in questo tempo venivano alle nostre caravelle molti di questi Negri, abitanti da una parte e dall'altra del detto fiume: e chi veniva per veder cosa molto nuova a loro, e chi veniva per venderne alcune cosette loro over qualche anelletto d'oro. Le cosette che ne portavano erano gottonine e filadi di gottoni e panni di gottoni fatti a lor modo, alcuni bianchi, altri divisati, cioè vergadi, bianchi e azzurri, e altri rossi, azzurri e bianchi, molto ben fatti. Portavano anco molti gatti maimoni e babuini grandi e piccoli di diverse sorti, che in questa parte se trova grandissima quantità, e davanli a baratto per cosa di poca valuta, cioè di dieci marchetti l'uno. Ancora ne portavano zibetto e pelle di gatti che fanno il zibetto a vendere, e davano una onza di zibetto per un'altra cosa all'incontro, che non valeva quaranta o cinquanta marchetti: non che loro lo vendino a peso, ma io il dico per estimazione. E altri ne portavano frutti di diverse sorti, e fra le altre molti dattali piccoli e salvatichi, che non erano molto buoni, ma secondo loro erano buoni da mangiare: e molti de' nostri marinari ne mangiavano e trovavanli di vario sapore dalli nostri, ma io mai ne volsi mangiare per dubio di flusso o d'altro.
| |
Negri
|