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      Per la qual cosa noi continuamente tenivamo duoi uomini a prova e uno su l'arbore ad alto, per discoprire scogli over altre secche, navigando solamente il dí con assai poche vele e con grande risguardo, e di notte mettendo ancora, andando l'una caravella drieto l'altra secondo ne toccava per sorte ogni giorno, perché cadauno di noi aria voluto che 'l compagno fosse andato avanti, ma tutto facevamo per sorte, toccando un giorno a uno e un giorno all'altro.
      E cosí navigando per quella costa sempre a vista di terra duoi giorni, il terzo scoprimmo la bocca d'un fiume di assai ragionevol grandezza, e secondo mostrava detta bocca era largo piú di mezzo miglio; e piú avanti andando, verso sera avemmo vista d'un piccol colfo, che quasi mostrava al modo della bocca d'un fiume: di che, per esser tardi, mettemmo ferro. E la mattina seguente, faccendo vela e incolfandosi noi alquanto, discoprimmo la bocca d'un altro gran fiume, parendomi, secondo il giudicio mio, quella esser poco minore dell'antedetta bocca del detto fiume di Gambra; e da una parte e dall'altra del detto fiume si vedeva gran copia di bellissimi arbori alti e verdi, onde se accostammo e qui sorgemmo. E parlando insieme determinammo di armar due delle nostre barche, e con li nostri turcimanni mandar in terra a saper nuova del paese e del nome di questa fiumara, e saper chi era signore di queste parti: e cosí facemmo. Le barche andarono e tornarono, e dissero che questa fiumara si chiamava la fiumara di Casamansa, come è a dir la fiumara d'un signor nominato Casamansa negro, il quale abitava dentro del detto fiume circa miglia trenta; ma che 'l detto signore non si trovava in quel luoco, ma che era andato in guerra contra un altro.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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