Ancora il detto Plinio, scrivendo dell'isole Gorgone, dice: «Venne a queste isole Annone, capitano de' Cartaginesi, e scrisse che le femmine hanno i corpi del tutto pilosi, e che gli uomini scamparono per la velocità del correre. E per miracolo e perpetua memoria ch'egli fusse stato nelle dette isole, portò due pelli di gorgone e lasciolle nel tempio di Giunone, le quali durarono insino al tempo della rovina di Cartagine. Oltra di queste sono due altre isole dette Esperide. E tanto sono tutte queste cose incerte, che Stazio Seboso scrisse che dalle isole delle Gorgone, navigando oltra il monte Atlante, sono giornate quaranta fino alle Esperide, e dalle Esperide fino al corno di Espero una giornata. L'isole ancora della Mauritania sono incognite, eccetto alcune poste all'incontro delli popoli Autololi, scoperte da Iuba re di quel paese, nelli quali cominciò a cavar la porpora getulica».
In questa navigazione di Annone ancor che vi siano molte cose che alla prima vista pareno a chi le legge fabulose, nondimeno chi trascorre li libri degli istorici greci comprende ch'egli determinatamente le volse scriver a questo modo. Né è parte del mondo della quale appresso detti scrittori vi siano piú vecchie memorie che di questa costa d'Etiopia, posta sopra il mare Oceano verso ponente appresso il monte Atlante, li Negri abitatori della quale dicono che per la felicità dell'aere e per la loro umanità, pietà e amorevolezza verso i forestieri, furono degni di tanta laude sopra tutte l'altre genti, e che l'origine dei Dei vien detta esser processa da loro.
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