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      Ma l'avermi di nuovo V.S. replicato di questo tal mio debito, mi ha misso nell'animo un troppo grande stimolo e fattomi conoscere che, non obediendo alli suoi preghi, che mi sono comandamenti, pareria disconoscente di tanti beneficii e cortesie ricevute da quella, che invero sono state infinite. Onde io ho eletto piú tosto d'esser riputato uomo di poco sapere e grosso che ingrato e inobediente, e per questo li mando alcune poche cose che altre volte io notai e da diversi uomini ch'erano stati alquanto fra terra sopra l'Etiopia intesi, le quali, per esser io marinaro e non pratico di scrivere, l'ho descritte senza alcun ordine over ornamento, supplicando ambedue le Signorie V. che, poi che l'aranno lette, le voglian nascondere, accioché questo errore ch'io ho fatto solo per ubbidienza, e non presunzione, non mi rechi ogni giorno infiniti biasimi.
      Da Lisbona, città principal del regno di Portogallo, qual dagli antichi fu chiamata Olisippo, gradi 39 sopra l'equinozial verso il nostro polo, sogliono partir le navi che vanno a carigar zuccheri nell'isola di S. Tomé, il piú delle fiate nel mese di febbraro, ancor che in ogni tempo dell'anno se ne partino. Navicano per una quarta di garbin verso mezzodí fino all'isole delle Canarie, chiamate dagli antichi Fortunate, e arrivano all'isola detta dalle Palme, gradi ventiotto e mezzo sopra l'equinoziale, la qual è del regno di Castiglia, lontana leghe 90 da un promontorio dell'Africa detto Capo di Boiador, isola molto abbondante di vini, carne, formaggi e zuccheri: hanno fatto, come giugneno a detta isola, da leghe 250, che son 1000 miglia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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