E immediate come sono discesi, pongono un sasso grande sopra la bocca, e il popolo non si parte né di dí né di notte. E il secondo giorno vanno alcuni deputati a discoprir il sasso, e dimandano a quelli de sotto ciò che fanno, e se alcun di loro è ancor andato a servir al re: e loro rispondono de no. Il terzo giorno dapoi fanno la medesima domanda, e alcuna fiata li vien risposto che 'l tale, dicendoli il nome, è stato il primo ad andarvi, e il tale il secondo, percioché è reputato somma laude di esser stato il primo, e da tutto il popolo che sta intorno ne vien parlato con somma admirazione, reputandolo beato e felice. E in fine di quattro o cinque giorni tutti quelli meschini moreno, la qual cosa come quelli di sopra presentono, vedendo che da alcun di loro non li vien risposto, subito lo dicono al re che succede, qual fa far un gran fuoco sopra detto pozzo e vi arrostisce molti animali, li quali dà a mangiare al popolo. E con cotal cerimonia se intende esser re vero, e aver giurato di governarli bene.
I negri di Guinea e Benim, ancor che nel mangiar siano disordinati, vivono longamente. Di certa superstizione d'alcuni negri fra terra. Delle spezie melegete, del pepe della coda, d'alcune teghe d'arbuscello ch'hanno il sapor di gengevo e del sapone fatto con cenere e olio di palma.
Li negri di Guinea e di Benim sono molto disordinati nel mangiare, perché non servano ora deputata, e 40 o 50 volte il dí mangiano; il ber loro è acqua, over vino che distilla dall'arbore della palma.
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