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      Il re ebbe grande apiacere, e li dettono il presente e la lettera, la qual da una parte era scritta in arabico e dall'altra in portogallese.
      Il re, come ebbe letto la detta carta, parlò con li detti Mori ed ebbeno piacer grande infra loro, e tutti unitamente dettono un grido in mezzo della sala, rendendo grazie a Dio per aver tanto grande re e signor per amico come il re di Portogallo. E subito fece portare armezzari e panni di seda, e mandogli a dare a quelli che aveano portato il presente, e disse ad Ariscorea che lo pregava che 'l restasse in terra in tanto che le navi non si partivano, perché gli avea molto piacere a favellar con lui. Ariscorea gli rispose che non poteva farlo senza licenzia del capitano maggiore; il re mandò uno suo cognato al capitano con uno anello suo, a pregarlo che lassasse stare Ariscorea, e che mandasse a terra per tutte le cose che gli avesse di bisogno, cosí de acqua come de altro: il capitano fu di ciò contento. Subito il re mandò a dare ad Ariscorea molto onorevole alloggiamento, mandandoli a dare tutte quelle cose che li facevano bisogno, cioè castroni e galline e riso e latte e butiro e dattali e mele e frutti d'ogni sorte, salvo pane che loro non mangiano; e cosí stette il detto Ariscorea tre giorni in terra, parlando ogni ora il re con esso lui delle cose del re nostro signore e delle cose di Portogallo, chiedendoli che molto piacere avrebbe di rivedersi con lo capitano. Ariscorea gli disse che lo capitano non avea commissione di dismontare in terra, ma che si potriano vedere nelli battelli, come fece il re di Chilloa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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