E cosí la gente di terra veniva a favellar con noi, e ne diceano di molte cose; il capitano nostro li mandò a fare molto onore. E in questa isola sta uno eremitorio piccolo, nel quale, in questi giorni che lí stavamo, se celebrarono di molte messe per li clerici ch'avevamo per restar con lo fattore in Calicut, e cosí ci confessammo e communicammo tutti. E presa la detta acqua e legne, e visto che le navi de' Mori della Mecca non venivano, ci partimmo per Calicut, il quale è distante settanta leghe da questa isola.
Come giunsero a Calicut, e il capitano smontò in terra per abboccarsi col re.
Aggiungemmo a Calicut alli XIII de settembre di detto anno, e per una lega dalla città salirono una frotta di battelli a riceverne, nella qual veniva il governator della detta città e un mercatante di Guzurat molto ricco, il principale di questa città di Calicut, li quali entrorno nella nave capitana, dicendo come il re avea gran piacere della nostra venuta. E cosí dinanzi alla città gittassemo le nostre ancore, e cosí sorte, cominciassemo a sparar le nostre artigliarie, della qual cosa si maravigliorono grandemente, dicendo che contra noi niuno avea possanza se non Iddio. E stemmo cosí quella notte. Il giorno seguente per la mattina determinò il capitano di mandare in terra gli Indiani che di Portogallo con le nostre navi levassemo, li quali erano cinque, cioè un Moro, che infra noi era fatto cristiano, e quattro gentili pescatori, li quali tutti parlavano molto ben portogallese: li quali il detto capitano mandò alla città molto ben vestiti, per parlare col re e dirgli la causa perché venivamo cosí, e che ci mandasse a dare un salvocondotto per potere descendere in terra.
| |
Calicut Mori Mecca Calicut Calicut Calicut Guzurat Calicut Iddio Indiani Portogallo Moro
|