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      Il Moro parlò col re, perché gli altri, che sono pescatori, non ardivano d'accostarsi al re né lo poteron vedere, perché il re tien questo per costume per suo stato e magnanimità, come piú avanti si dichiarerà.
      Il re mandò fuori il detto salvocondotto e che ogniun di noi altri, chi volesse, descendesse in terra; e visto questo, il capitano mandò subito Alfonso Furtado con uno interprete che sapeva parlare arabico, il quale avea da dire al re come queste navi erano del re di Portogallo, il quale li mandava a questa città per trattar pace e traffico di mercanzie con esso loro: e che per fare questo era necessario che 'l capitano descendesse in terra (il quale aveva in commissione dal nostro re di Portogallo che mai non descendesse in terra veruna, se prima non avessi pegno della sua persona), che l'altezza del detto re di Calicut gli mandasse in nave quegli uomini della città che 'l detto Alfonso Furtado aveva in memoria. Il detto re, intesa la detta imbasciata, recusò assai, dicendo che quelli uomini che gli addimandava erano molto vecchi e antichi, li quali non potriano entrar nel mare, ma che gli daria degli altri. Alfonso Furtado gli disse che non avea da prender se non quelli che gli richiedeva, secondo il ricordo avuto dal capitano e dal suo re di Portogallo. Il re si maravigliò assai di questo, e stetteno in differenzia duoi o tre giorni.
      Finalmente il re si contentò di mandargli, e subito fu detto al capitano. E il capitano si mise in punto per discendere in terra e star duoi o tre dí, e levò con lui trenta uomini delli piú onorevoli e bene in ordine, co' suoi officiali, come servitori per un principe si conveniva, e levò tutto lo argento ch'avea per tutte le navi; e lasciò per capitano maggiore in suo luogo Sanchio da Tovar, al qual dette carico di fare onore a quegli uomini della terra che dati gli erano in pegno per lo capitano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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