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      Le qual lettere fatte, subito Ariscorea ne venne alla nave e consegnò questa lettera d'argento al capitano, e levò in terra gli uomini che stavano per pegno; e de lí avanti cominciamo a fidarsi di loro, in modo che parea che stessimo nella nostra terra.
     
      Come il capitano a preghere del re mandò con una sua caravella a combattere una nave grossa, qual presa consignò ed essa nave e il capitano di quella al re.
     
      E un giorno stando cosí venne una nave lí, la quale andava di un regno per un altro, la qual nave aveva cinque elefanti, infra li quali ve n'aveva uno molto grande e di gran prezzo, perché era pratico in guerra: e la nave che li levava era molto grande e aveva molta gente armata. E come il re intese la venuta di dette navi, mandò a dire al capitano che lo pregava che andasse a pigliar quella nave, la qual levava uno elefante del qual lui avea voluto dare molti danari e non li aveano voluti; e il capitano li mandò a dire che lo farebbe, ma che li voleva ammazzare se non si volessino arrendere. Il re si contentò di questo e mandò uno Moro con esso loro, che fusse a vedere in che modo pigliaria la nave, e per parlare con loro che si dessino; e subito il capitano mandò una caravella di bombarda grossa e bene armata, con sessanta o settanta uomini, la quale fu una notte drieto ad essa nave senza poterla giugnere, e l'altro giorno sequente aggiunse sopra essa, dicendoli che si volesse rendere: e li Mori si messono a ridere, perché erano gente assai e la nave molto grande, e cominciorono a trarre con freccie.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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