Il re, come uomo avaro, dette luogo che ciò si facesse.
E non sapendo noi altri di questo cosa alcuna, andavano alcuni de' nostri in terra a far li fatti suoi per la città, e d'un tratto vedemmo venire tutto il popolo contra di loro, ammazzandogli e ferendogli. E ciò vedendo, uscimmo noi altri per dar loro soccorso, di modo che in essa spiaggia ammazzassemo sette over otto di loro, e loro de' nostri duoi o tre. Noi eravamo da circa settanta uomini con spada e cappa, e loro erano un numero infinito con lanze, spade, rotelle, archi e freccie: e ne astrinseno tanto che ci fu necessario ricorrere a casa, e nel ricorrervi fummo feriti circa cinque o sei uomini, e cosí serrassimo la porta con molta fatica. Essi ci combattevano la casa per tutte le parti, la quale era circondata d'un muro d'altezza d'un uomo a cavallo. Noi avevamo sette over otto balestre, con le quali ammazzassemo un monte di gente, per modo che si misero insieme piú di tremila uomini di guerra: il che veggendo, levassemo una bandiera in alto, accioché di nave ci mandassino soccorso. Li battelli vennero presso alla spiaggia, e di lí tiravano con le sue bombarde, e non facevan nulla. Allora li Mori cominciorono a romper le mura della casa, in modo che in tempo di mezza ora la messeno tutta per terra, a suono di trombetta e tamburini, con gran voce, e con piacere assai del re, il che potessemo comprendere per causa d'un suo cameriere che quivi vedemmo. E vedendo Ariscorea che non avevamo rimedio alcuno a resistere, perché già due ore ci combattevano tanto aspramente, per modo che noi non ci potevamo piú tenere, determinò che uscissemo fuora alla spiaggia rompendo per mezzo di loro, per vedere se li battelli ne potevano salvare: e cosí facemmo, e giungemmo la piú parte di noi fino a mettersi in acqua, e li battelli non osavano accostarsi per riceverci, e cosí per poco soccorso ammazzorno Ariscorea e con lui cinquanta e piú uomini.
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Mori Ariscorea Ariscorea
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