E subito il re gli mandò alle navi con molta diligenzia la detta cannella, fidandosi molto di noi, e il capitano la mandò a pagare in tanti crociati: e ne fu portata dipoi tanta, che non avea luogo dove metterla. Il re mandò a dire al capitano che, se restava per non aver danari, per questo non la lasciassimo di caricare a nostra volontà, e che al viaggio di ritorno la pagaressimo, perché ben avea inteso come il re di Calicut ne avea rubato, e quanto buona gente e di verità eravamo. Il capitano molto lo ringraziò e mostrò al messaggiero, cioè allo imbasciatore, tre o quattromila crociati che ci avanzavano, e cosí il re gli mandò a dire se voleva piú alcuna cosa: il capitano gli rispose di no, salvo che sua altezza mandasse uno uomo per vedere le cose di Portogallo. Il re subito mandò un gentiluomo che venisse con noi a Portogallo, e gli uomini di Cucchino ch'erano restati con noi in nave scrisseno al suo re come essi veniano per Portogallo, e cosí medesimamente scrisse il capitano al fattore che ivi era restato: e in questo luogo non stessemo piú d'un giorno, e cominciammo a traversare il colfo per Melinde.
Nell'ultimo giorno di zennaro eravamo a mezzo il colfo e trovammo una nave di Cambaia che veniva per Melinde, e facemmola dimandare, parendoci che fusse nave della Mecca, e prendemmola: la quale venia molto ricca, caricata con piú di dugento uomini e donne. E quando il capitano intese che erano di Cambaia, la lasciò andare al suo viaggio, fuor che uno pilotto che gli tolse.
| |
Calicut Portogallo Portogallo Cucchino Portogallo Melinde Cambaia Melinde Mecca Cambaia
|