Questo solamente giudico che non si debbia lasciare adrieto, che aiutati dalla benignità di Dio a tempo e secondo il bisogno vedemmo terra, percioché non potevamo piú astenerci, mancandoci tutte le vettovaglie, cioè legne, acqua, biscotto, carne salata, cacio, vino, olio, e quel che è piú il vigor dell'animo. Da Iddio adunque riconoscemo che abbiamo la vita, a cui dovemo render grazie, onore e gloria.
Come Amerigo Vespucci, avendo smarrita la via, mediante l'astrologia la ritrovò. E come scopersero un paese di terra ferma, che cominciando dalla linea dell'equinoziale 8 gradi verso il polo antartico, navigando presso detta costa trapassarono il tropico iemale verso il detto polo gradi 17 e mezo.
Fummo adunque tra noi di concorde parere di navigar presso di questa costa e di non lasciarla mai di vista. Navigammo adunque tanto che giugnemmo a un certo capo, e di questa terra, il quale è volto verso mezogiorno: questo capo, dal luogo dove prima vedemmo terra, è lontano forse trecento leghe. In questo viaggio spesse fiate smontammo in terra e tenemmo pratica con gli abitatori, sí come di sotto piú largamente sarà manifesto. Ho pretermesso che Capoverde da questa terra ritrovata è lontano quasi 700 leghe, benché io mi aveva creduto averne navigate piú di 800: e ciò avenne per la crudel tempesta, per le spesse fortune e per la ignoranzia del nocchiero, le quai tutte cose allungano il viaggio. Ed eravamo venuti in luogo che, se io non avessi avuto notizia della cosmografia, per negligenzia del nocchiero già avevamo finito il corso della nostra vita, percioché non ci era pilotto alcuno che sapesse insino a 50 leghe dove noi fussimo.
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