E cosí ci andavamo appressando all'India.
Dell'isola Ceffala, di un fiume detto Bon Segnali, e dell'isola chiamata Monzambique.
E adí 15 di luglio ci trovammo sopra la bocca della riviera di Ceffalla, e perché 'l vento era in calma, stemmo quivi surti in XI braccia da un venerdí doppo disinare insino alla domenica al tardi, e furonci fatte molte dimande per quelli della terra acciò ch'entrassimo dentro, il che non facemmo: e facevano di terra molte fumiere, per le quali a noi parevano segni che ci chiamassino. Per il che perdemmo di fare molto profitto, che non obstante che l'ammirante vi trovasse poco oro, lo causava, perché 8 o 9 dí innanzi erano partiti di quivi 2 o 3 zambuchi con molto oro; e piú ci dissono che quelli della detta mina non usavano di mostrare il loro oro, perché temevano che li cristiani facessero loro alcun male. E già all'ultimo ci offerivano qualcosa piú, e cominciamo a portare dell'oro, per la qual cosa si giudica che le fumerie che facevano erano per segno di chiamarci e, come è detto, perdemmo di far molto profitto. E qui acconciammo il nostro albero, ch'era rotto e senza gabbia. Di quivi vedemmo una secca che entrava in mare due o tre leghe, cioè parecchie secche, e pareva che fra esse fusse un fiume: e quivi correva il mare molto forte, e portava gran numero di foglie e altri segni di fiume. E dalla banda di ponente faceva uno piccolo cavo a modo di una collina, come tavola, e in oltre ci pareva che vi fosse una piccola terra, come isola; e uscimo di là a greco, e la seconda feria a notte vedemmo che 'l mare portava molti segni di terra, cioè canne come quelle di Portogallo, e legnami di bosco e foglie assai, e gran corrente di mare.
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