Di Melinde e della residenzia del re di detto luoco. Degli elefanti, e non esser vero che siano senza giunture. E come il re di Quilloa si fece tributario del re di Portogallo.
E adí 2 d'agosto, in martedí, surgemmo al tardi davanti Melinde e salutammo con alcuni colpi di bombarda. E di presente vennono a noi tredici o quattordici Mori, infra quali era uno parente del re e uno trombetta de' suoi, sonando con gran piacere; e con loro venne uno Luigi di Moura, creato del re nostro signore, il quale fu lassato quivi da Pietro Alvarez Cabral, il quale parlava già molto bene quel linguaggio. E tutti per parte del re di Melinde ci salutarono, dicendoci ch'era molto lieto della venuta nostra; e noi li ricevemmo graziosamente e convitamoli a bere, con molte schiacciatine e conserve e frutti di Portogallo, e assai vino e buono a chi ne volea bere. E oltre a questo mandammo alla reina una cesta piena di schiacciatine biscottate e molte nocciuole e noci, con uva passa e mandorlata: e tutto venne bene a proposito, perché stava di dí in dí per partorire; e lei ci mandò molte galline e pesce e altro rinfrescamento per la nave. E il detto re comandò che quella notte tutti arrecassino galline e vettovaglie a vendere alla nostra nave, e a noi mandò a dire che andassimo in terra sicuramente, perché lui e il suo paese stava al servizio del re di Portogallo.
E la mattina descendemmo in terra e andammo al palazzo del re, ch'è sopra il mare, e baciamoli la mano: il quale non ci fece molta accoglienza, e stavasi a sedere in una sedia di quattro piè alta un palmo e mezzo, fodrata di uno cuoio nero con pelo lucido che pareva velluto, e de lí vedeva il mare, ed era involto in uno panno dipinto.
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