Avanti che avessimo vista di terra, trovammo per mare molte serpi, e per quello conoscemmo ch'eravamo presso a terra, perché non vanno mai discosto da terra piú che trenta o quaranta leghe.
Adí 21 d'agosto, in domenica mattina a buon'ora, arrivammo alla detta isola, in modo che innanzi nona ci viddono e trassono alcun colpo di bombarda; e come l'ammirante, ch'era nella detta isola, udendo messa, con la maggior parte della gente udirono, lasciorono stare ogni altra cosa e con gran fretta feciono apparecchiare tre navi e due caravelle, e vennono a noi credendo che fussero navi della Mecca, e messonsi fra noi e la terra, a causa che non potessimo rifuggire a terra: e come noi le vedemmo, n'avemmo gran piacere, e ponemmo bandiere e tende e stendardi. E come viddono questo, conobbono ch'eravamo di Portogallo e voltorono adrieto per tornarsi a detta isola. Una delle caravelle venne a noi e domandoronci della nave Iulia, e rispondemmo che ella si partí di Melinde avanti a noi e che mai ci trovammo insieme; dapoi in capo di 15 dí arrivò. Ed ebbono gran piacere della venuta nostra, e posono stendardi e le tende e le bandiere, e vennono alla nostra nave per saper nuova di Portogallo, e altri per sapere se avevamo lettere di Portogallo. Avevano molti ammalati, alli quali facemmo parte delle galline che recammo da Melinde, e melarancie e altre cose da mangiare, e molto si maravigliarono che noi eravamo tutti sani e ben disposti. Loro avevano fatto alcune tende in terra, dove tenevano gli ammalati: il male loro era che le gengive crescevano loro sopra li denti, in modo che molti ne morivano; e altri erano ammalati d'uno enfiato che veniva loro fra le coscie e 'l corpo, e questa non era tanto pericolosa come il male della bocca.
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