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      E com'è detto, per forza entrorono con esso noi disott'al cassero, e quivi ci ammazzorono uno uomo e ferironne duoi o tre. E male ci potevamo difendere dalle pietre; pure la vela ci difendeva alquanto.
      Essendo noi in questa stretta, la nave Gioia si mise alla vela e venne alla volta nostra, faccendo vista di volersi afferrare con l'altra; per la qual cosa si ritornoron tutti alla lor nave e disferroronsi da noi, e taglioronci al primo ostacolo alquante sartie, stimando loro che la detta nave Gioia si volesse afferrar con la loro: il che non fe', con tutto che la fusse maggiore che la nostra, perché li viddono molto infiammati; e quivi restorono tre di loro morti a lanciate. Certo, se questo non fusse stato, loro ci trattavano male, perché erano assai e noi pochi e la maggior parte feriti, e tanto male armati che si può dire senza armi. E la nave Gioia sorse ancora lei appresso a quella e trassele duoi colpi di bombarda, e altre cose non li poterono fare.
      L'ammirante entrò nella nave Leonarda, e con 6 o 7 navi delle principali della flotta si mise in mare dietro a quella, cosí come el mare la levava, e andolle dietro quattro dí e quattro notte, senza che giamai nessuna d'esse la potessono afferrare: e l'una andava dietro e l'altre innanzi, e passandole appresso li traevano con le bombarde. E se non era uno Moro de' loro che si gittò in mare e venne allato alla capitana a dirle che, se li dessino la vita, che gli andrebbe a nuoto a largare un cavo alla femmina del timone di detta nave, perché potessino abbruciarla, e da qui innanzi non li anderebbono piú drieto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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