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      E com'il re e l'ammirante giunsono al palco, ch'era in mare, over sopra esso, che quasi giunson in uno medesimo tempo, dieronsi la mano in modo d'amicizia, e dipoi che si favellorono un poco per uno interprete, l'ammirante donò al re certi vasi d'argento dorati con sua mano, molto ricchi, per parte del nostro re, cioè bacini grandi e mescirobbe e saliere e altre cose; e funne l'ammirante biasimato da alcuno a darli di sua mano, perché pareva stimasse piú quegli argenti che non facevano l'oro. Il re medesimamente dette all'ammirante, ma non di sua mano, molte pietre preziose di gran valuta, e cosí agli altri capitani e gentiluomini che erano con lui, ma non di sé gran prezzo come a lui, mostrando ch'erano cose di non molta stima a loro, non obstante che fussero cose ricchissime. Di poi l'ammirante lo richiese di porre prezio alle speziarie e similmente alle loro mercanzie. Il re rispose che non era quivi tempo per far simile accordo, e alsí che lui per allora non aveva speziarie, perché non gli erano ancora venute, e che l'altra mattina gli mandarebbe quelli Mori, de' quali sono le speziarie, che erano nella terra, e che comandarebbe loro che non si discordassino con lui, e che loro verrebbono a quello che fusse onesto.
      E l'altro dí venuti detti Mori, addomandorono delle speziarie molto maggior prezzo che l'altre volte, e doppo molto parlare non si poté mai con loro fare alcun partito che buon fusse o onesto; ma piú presto mostravano di non voler nostre mercanzie, e con questo si scusavano, per non dar delle loro per lo giusto prezzo, come quelli che sarebbono stati piú gioiosi che noi non avessimo in banda alcuna trovato da caricare.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Primo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1094

   





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